karite

Il burro di karité si estrae dai semi, o noccioli, dell’albero di karité o Vitellaria paradoxa, che cresce nelle savane.

Dai semi di Vitellaria paradoxa, una pianta diffusa in Africa, lungo le sponde dei fiumi, e appartenente alla famiglia delle Sapotaceae, nascono le noci di karité da cui viene poi ricavato il famoso burro di karité.

Il suo nome scientifico è Butyrospermum parkii butter, in onore di Mungo Park, esploratore scozzese che alla fine del Settecento, in un viaggio lungo il Niger, ne scoprì le proprietà, oltre all’utilizzo che la popolazione locale ne faceva.

Ma cos’è questa sostanza e come si può utilizzare?

Burro di karité: da dove nasce

La pianta di Vitellaria è un vero e proprio albero che può essere alto fino a 15 metri.

Da questa pianta vengono raccolti i semi, chiamati noci di karitè, all’interno delle quali si trova una specie di mandorla bianca.

Ogni anno, una pianta produce in media 20 kg di queste noci, da cui verrà estratta la sostanza burrosa che è il burro di karitè grezzo. Il suo colore è giallognolo e ha un odore dolciastro.

In Occidente il burro di karité è conosciuto principalmente per gli utilizzi in ambito cosmetico, come nei prodotti per corpo e capelli di megliosfuso.it.

A tale scopo, solitamente, viene privato di impurità e di odori.

Nei paesi di provenienza, invece, questa sostanza è utilizzata come condimento in cucina, come un rimedio naturale, oltre ad essere un’importante risorsa economica. Le donne lavorano, ad esempio, alla raccolta dei frutti e alla selezione dei semi, alla loro frantumazione e all’estrazione del burro dalla pianta.

Burro di karitè: a cosa serve

Il burro di karité sta diventando sempre più un must have nella cura naturale del corpo. Questo grazie ai molti benefici che lo contraddistinguono.

Può essere usato infatti per:

  • Proteggere la pelle, dal freddo, dalle intemperie e dalle screpolature.
  • Nutrire i capelli secchi, all’interno di maschere, balsamo o shampoo.
  • Nutrire la pelle.
  • Alleviare dolori articolari o muscolari.
  • Lenire una bruciatura o accelerare il processo di guarigione di una ferita.
  • Massaggiare la pelle, in combinazione con oli essenziali.

Il pregio fondamentale di questo burro è che è estremamente versatile e può essere utilizzato a beneficio di qualunque parte del corpo. Per questo motivo, è sempre più facile trovarlo in commercio all’interno di prodotti cosmetici, che vanno dalle creme per il viso a quelle per i piedi, a bagnoschiuma e shampoo.

È, inoltre, ricco di antiossidanti, di vitamina E e di vitamina A. Grazie a queste caratteristiche, aiuta a combattere i radicali liberi, agevola la micro-circolazione sanguigna superficiale, previene le rughe e aiuta a cicatrizzare le ferite.

Ideale per le pelli secche, utilizzandolo puro con una goccia di olio essenziale, sarà un’ottima crema mani che protegge da sole, vento e sbalzi di temperatura.

Come si conserva il burro di karitè puro? A temperatura ambiente anche dopo l’apertura. la conservazione in frigo potrebbe renderlo troppo solido e inutilizzabile. Se correttamente conservato, protetto dalla luce diretta, questo burro si conserva intatto per almeno 3 anni.