storia dei tatuaggi

I tatuaggi son simboli che oggi hanno cambiato certamente il significato di tanti anni fa. Le prime figure sulla pelle vennero utilizzate dai barbari delle steppe euroasiatiche, che decoravano i loro corpi con simboli rappresentanti la religione e figure di animali.

I tattoo venivano disegnati a loro volta a prigionieri, schiavi e prostitute. Il pensiero sul mondo dei tatuaggi è da sempre stato particolare, dato che negli anni 800’ si pensava che “il disegno sulla pelle”, fosse una pura inclinazione criminale.

Oggigiorno i tatuaggi hanno cambiato forma, pensiero ed inclinazione. Nonostante qualcuno creda che tali disegni siano poco estetici, ai giorni d’oggi secondo quanto riportato dall’Istituto superiore di sanità (ISS), ben 7 milioni di italiani risultano tatuati.

Dal report ISS si evince che quasi il 13% della popolazione italiana è tatuata, ma in maggior percentuale (anche se qualcuno pensava il contrario), sono le donne quelle ad aver più “disegni sulla propria pelle”.

Nella stragrande maggioranza dei casi, solitamente il primo tatuaggio viene richiesto all’età di 25 anni. Il problema però, è di coloro che si affidano ad operatori non certificati. In scala ecco le percentuali di coloro che si affidano a dei professionisti (e purtroppo non sempre), per farsi tatuare:

  • Il 76,1% decide di affidarsi ad un centro specializzato.
  • Il 9,1% vuole farsi tatuare in un centro estetico.
  • Il 13,4% rischierebbe presso un operatore né autorizzato e neppure certificato.

Allo stesso tempo, un’alta percentuale (il 58,2%) di gente tatuata non è informata sui rischi e controindicazioni nei quali si potrebbe incorrere durante un tatuaggio.

Come per tutti i fenomeni di costume anche i tatuaggi sono in continua evoluzione: il tatuatore non è mai arrivato a destinazione, ma ogni giorno esercita un’attività in continuo divenire. Attraverso siti come https://vistattoo.com/corso-tattoo/ tutti coloro che sono interessati alle arti visive e alle tecniche d’avanguardia potranno ricevere formazione e aggiornamenti continui.

Le nuove tecniche e i rischi dei tatuaggi

A proposito di rischi e pericoli, prima che lo Stato emanasse la normativa del 04 gennaio del 2021, con cui limitava determinati pigmenti colorati, le controindicazioni di quel che poteva accadere dopo aver fatto un tattoo erano molto più alte rispetto alle tecniche odierne.

Alcuni pigmenti che venivano utilizzati per fare i tatuaggi, contenevano delle sostanze molto pericolose per l’uomo: mercurio, nichel, isopropanolo e cromo, ingredienti che se un lato aiutavano la sterilizzazione dei colori, dall’altro potevano indurre a malattie infettive sulla pelle.

Ecco altri rischi che si potrebbero correre durante un tatuaggio:

  • Patologie infettive: qualora l’attrezzatura non venga sterilizzata adeguatamente e semmai dovesse esserci del sangue infetto, il soggetto tatuato potrebbe contrarre delle malattie del sangue, come ad esempio epatite C, epatite B, o HIV che provocherebbe l’AIDS.
  • Infezioni cutanee: il tatuaggio potrebbe causare delle infezioni batteriche quali dolore, rossore, gonfiore e anche eruzioni.
  • Cheloidi e cicatrici: la loro formazione può presenziare sia durante l’atto di disegno che in caso di una potenziale rimozione.
  • Granuloma: sottopelle potrebbero presentarsi dei noduli, che si formerebbero a causa di una reazione immunitaria scaturita dal corpo per aver individuato una sostanza estranea.

Nel corso del tempo nuove attrezzature e macchinari, hanno permesso ai tatuatori di poter adottare tecniche più innovative, meno rischiose e più precise. Un esempio è la JN Rothary Machine, che consente di velare e dar sfumature alle immagini da riprodurre rendendo i disegni iperrealisti e dunque molto più suggestivi.