Nell’ultimo anno, a causa della pandemia, si è sentito parlare molto di RSA, di case di riposo e di altre strutture che ospitano i nostri cari.

Ma si tratta delle stesse medesime strutture o vi è differenza tra una tipologia e l’altra?

La risposta è sì, in quanto caratterizzate da proprie peculiarità che adesso andremo a vedere nel dettaglio.

La prima macroscopica differenza dipende dal tipo di assistenza fornita:

  1. Soluzioni di Social housing e Comunità alloggio (CA) per anziani pressoché autosufficienti
  2. Case di cura e Residenze protette (RP) per anziani solo parzialmente autonomi
  3. Residenze sanitarie assistenziali (RSA) per anziani non autosufficienti.

Vediamo nello specifico le caratteristiche di queste strutture, ad oggi un vero e proprio punto di riferimento e di salvezza, in molti casi, per gli anziani e per le stesse famiglie.

 Residenze per anziani: specificità e differenze

Soffermiamoci sul primo gruppo.

  1. Case di riposo, residenze per anziani e case albergo/case soggiorno/case vacanza

Con queste diverse diciture in realtà ci si riferisce alla medesima tipologia, vale a dire strutture socio-assistenziali residenziali per soggetti parzialmente non autosufficienti.

Cioè persone non totalmente autonome nell’esecuzione delle normali attività quotidiane.

Le case di riposo forniscono ospitalità, distribuzione dei pasti, assistenza tutelare e infermieristica, oltre a servizi e attività di carattere relazionale e ricreativo, in modo da agevolare i propri ospiti nel mantenimento della vitalità sociale e intellettuale.

Esse dispongono di 1 addetto all’assistenza ogni 10 residenti, oltre a personale infermieristico specializzato nell’assistenza individuale.

È vero però che esistono delle realtà speciali, case di riposo di lusso immerse in luoghi bellissimi, al mare piuttosto che in montagna, che garantiscono comfort e servizi di altissima qualità, nei quali cambia anche il rapporto quantitativo tra assistenti e assistiti.

Oggigiorno, nella pratica, tra residenza per anziani e casa di riposo non si osservano più tale distinzione, ma in origine la prima era destinata, di norma, a ospitare persone del tutto non autosufficienti e bisognose di sostegno continuativo per poter vivere la quotidianità.

Attualmente, in entrambe le tipologie vengono accolte persone con diversi gradi di non autosufficienza, suddivisi in diversi reparti in modo da poter predisporre un’assistenza mirata alle loro diverse esigenze.

Anche le comunità alloggio sono strutture socio-assistenziali residenziali per persone con una non autosufficienza lieve.

Esse permettono all’anziano di preservare la propria privacy con soluzioni abitative individuali affiancate da servizi in comune.

Cucina, locali lavanderia e spazi ricreativi condivisi permettono infatti di alleggerire il carico delle incombenze giornaliere e di godere dei benefici della socializzazione.

Le comunità alloggio possono accogliere al massimo 12 ospiti, mentre le case di riposo, o residenze per anziani, fino a 120.

Passiamo adesso al secondo gruppo.

  1. RSA (residenze sanitarie assistenziali), case protette e RSSA

Le prime due tipologie hanno come punto comune l’assistenza ad anziani non autosufficienti di grado elevato o medio che, però, non necessitano di specifiche prestazioni ospedaliere.

Dunque, l’assistenza medica e infermieristica e i trattamenti riabilitativi sono finalizzati “solo” a migliorare lo stato di salute e benessere dell’anziano (adesso purtroppo fortemente compromesso dagli effetti della pandemia).

Focalizzandosi invece sulle differenze:

 RSACasa protetta
addetto specializzato all’assistenza di base1 ogni 2,2 ospiti1 ogni 3,5 ospiti
medicoper almeno 6 ore settimanali ogni 30 residentiper almeno 6 ore settimanali ogni 30 residenti
terapista1 ogni 40 ospiti1 ogni 60 ospiti
infermiere professionale1 ogni 5 ospiti1 ogni 12 ospiti

 

Appartengono a questo gruppo anche le RSSA (residenze socio-sanitarie assistenziali per anziani), che forniscono servizi per persone di età superiore a 64 anni con gravi deficit psico-fisici oppure affette da demenza senile, che non siano bisognose di prestazioni sanitarie complesse ma che richiedano una specializzata e continua assistenza, con interventi socio-riabilitativi ad elevata integrazione socio-sanitaria e le cui patologie non prevedano significativi margini di recuperabilità (persone che, quindi, non possano essere seguite a domicilio).

Se affette da demenza senile, altri tipi di demenze o morbo di Alzheimer vi si possono assistere anche persone di età inferiore a 64 anni.

All’ultima tipologia appartengono

  1. i centri diurni assistenziali

Si tratta di strutture socio-sanitarie che erogano i loro servizi solo di giorno e sono destinate ad anziani con diversi gradi di non autosufficienza.

Si suddividono in tre tipologie a seconda dell’utenza per persone:

  • non autosufficienti totali
  • affette da demenza
  • bisognose di socializzazione e sostegno.

Il loro fine è di supportare le famiglie degli ospiti nella vita quotidiana e aiutare gli ospiti stessi a stimolare e compensare le abilità legate all’autonomia e all’identità.

Possono ricevere fra le 5 e le 25 persone e prevedono la presenza di 1 addetto all’assistenza di base ogni 10 persone, più un infermiere professionale a seconda dei piani individuali degli ospiti.

Ovviamente conoscere le case di riposo per anziani e tutte le altre strutture di accoglienza permette una scelta consapevole, indirizzata verso la realtà più adatta alle proprie esigenze.